Danno miocardico dopo chirurgia non-cardiaca e associazione con la mortalità a breve termine
È stata proposta la misurazione della troponina cardiaca di routine dopo intervento chirurgico non-cardiaco per identificare i pazienti a rischio di lesione miocardica postoperatoria e di morte.
L’obiettivo di uno studio è stato quello di determinare il valore predittivo del danno miocardico postoperatorio, misurato dai livelli aumentati della troponina, sulla mortalità a 30 giorni dopo un intervento chirurgico non-cardiaco.
Questo studio osservazionale di coorte ha incluso 2.232 pazienti sottoposti a chirurgia non-cardiaca a rischio intermedio-alto, di età a partire da 60 anni, che hanno subito un intervento chirurgico nel 2011.
La troponina è stata misurata nei primi 3 giorni postoperatori.
È stata stimata l'associazione tra danno miocardico postoperatorio ( livello di troponina I maggiore di 0.06 microg/L ) e mortalità per tutte le cause a 30 giorni.
Il danno miocardico è stato riscontrato in 315 pazienti su 1.627 in cui è stata misurata la troponina I ( 19% ).
Il decesso per tutte le cause si è verificato in 56 pazienti ( 3% ).
Il rischio relativo di un minore aumento della troponina ( 0.07-0.59 microg/L ) è stato di 2.4 ( P minore di 0.01 ) e il rischio relativo di un aumento da 10 a 100 volte della troponina ( 0.60 microg/L o più ) è stato di 4.2 ( P minore di 0.01 ).
Un infarto miocardico, secondo la definizione universale, è stato diagnosticato in 10 pazienti ( 0.6% ), di cui 1 ( 0.06% ) aveva avuto infarto miocardico con sopraslivellamento ST ( STEMI ).
In conclusione, la lesione miocardica postoperatoria è un predittore indipendente di mortalità a 30 giorni dall'intervento chirurgico non-cardiaco.
Il monitoraggio della troponina postoperatoria come standard di cura è praticabile e può essere utile nel migliorare la prognosi dei pazienti sottoposti a chirurgia non-cardiaca. ( Xagena2013 )
van Waes JAR et al, Circulation 2013; 127: 2264-2271
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